Ragusa vanta origini antiche, la collina di Ibla fu infatti abitata fin dal XIV sec. A. C. dai Siculi.
Di questi antichi abitanti abbiamo delle significative tracce nelle necropoli attorno a Ragusa. Un gruppo di tombe a forno, grotticelle scavate nella roccia, le possiamo scorgere lungo la strada che da Ibla sale a Ragusa appena sotto la chiesa di S. Maria delle Scale; un altro gruppo di tombe sicule si trova nei pressi della confluenza del torrente S. Leonardo con l’Irminio e si possono scorgere anche affacciandosi nella vallata dal Giardino Ibleo. Una necropoli greca del VI sec. A. C. nella collina Rito testimonia la presenza di un gruppo di Greci di Camarina in quel luogo dove intrapresero i rapporti commerciali con i Siculi di Hybla rispettandone però l’autonomia.
L’indipendenza fu definitivamente persa invece con la conquista romana nel III sec. A.C. Nel 330 d.C. la Sicilia passa sotto la dominazione bizantina e vi rimarrà per circa cinque secoli. I bizantini pensarono di fortificare Ragusa e vi costruirono anche un castello. Una importante catacomba, detta delle Trabacche, proprio di questo periodo è possibile visitare in contrada Centopozzi. Nel 848 Ragusa fu conquistata dagli Arabi che vi introdussero, come in tutta la Sicilia, nuove e importanti colture.
Nel 1081 i Normanni iniziano la conquista della Sicilia e nel 1091 anche Ragusa viene conquistata. Ruggero d’Altavilla tiene per sè Modica, Scicli, Ispica e Giarratana e concede al figlio Goffredo, Ragusa col titolo di Contea. Con il matrimonio dell’erede al trono di Sicilia Costanza d’Altavilla con l’imperatore di Germania Enrico VI inizia la dominazione Sveva.
Nel 1266 la Sicilia fu conquistata dagli Angioini che sol pochi anni dopo furono cacciati con la rivolta del Vespro (1282). Venuti gli Aragonesi in Sicilia si ripristinò il sistema feudale e Ragusa assegnata come contea a Chiaramonte, la cui sede fu trasferita a Modica sotto i Cabrera (1448) a causa di una rivolta contro i feudatari che si svolse a Ragusa. I Cabrera diedero in enfiteusi le terre della contea per usufruire del privilegio di esportare in franchigia fino a 12.000 salme di cereali, che non sarebbero riusciti a racimolare con una semplice locazione. Dalla censuazione temporanea si passò presto alla vitalizia e alla perpetua. Inizia una radicale trasformazione dell’economia locale. Lo scardinamento del Sistema feudale e la nascita di una robusta classe di imprenditori agricoli “i massari”.
Anche il territorio subisce una trasformazione, nascono la massaria e i muri a secco che segneranno il passaggio del circondario. I muri a secco, rappresentano un modo di recintare i campi con l’elemento più abbondante, la pietra, permettono inoltre la rotazione delle colture e il pascolo semibrado di bovini. Nel 1693 un terribile terremoto distrusse Ragusa (5000 morti) assieme a tutta la Sicilia sud-orientale (60.000 vittime in totale). La ricostruzione di Ragusa inizia subito e mentre i nobili (Sangiorgiari) preferiscono ricostruire sullo stesso luogo dove sorgeva prima, massari e borghesia (Sangiovannari) andarono a costruire sulla vicina collina del Patro.
Giardino Ibleo
In posizione tranquilla e panoramica, con una magnifica vista sui monti circostanti, il Giardino Ibleo è il luogo ideale in cui rifugiarvi in cerca di pace e frescura all’ombra di palme e pini.Una delle poche oasi verdi della città, racchiude al suo interno le chiese di San Giorgio Vecchio, dei Cappuccini e di San Domenico, riconoscibile dal campanile maiolicato.Nei pressi del giardino si trova il Portale di San Giorgio, ciò che resta di un’antica chiesa in stile gotico nel XIII secolo, abbellita da una scultura di San Giorgio che uccide il drago.