Dai ritrovamenti numismatici presenti sul Monte Naone non lungi dall’abitato si può presumere che qui esistesse un abitato di età greca, forse una sub-colonia di Gela e più precisamente la Hybla Geleatis di cui fa menzione Tucidide in seguito chiamata Stiela.
Sulla storia poi di Piazza dove è attualmente ubicata si sa con certezza solo dalla dominazione normanna in poi, in riferimento alla ricostruzione della città nel 1163 ad opera di Guglielmo II. Per il periodo precedente alla fondazione diverse sono le ipotesi. Alcuni autori del Seicento favoleggiarono di un villaggio chiamato Plutia di origine romana, ma nessuna fonte classica ha mai riportato tale località.
Tuttavia secondo fonti musulmane riportate da Michele Amari nella sua Storia dei Musulmani di Sicilia, esisteva una città che gli arabofoni pronunciavano Iblâtasa o Iblâtana, abitata da comunità islamiche, che dovette sorgere su un villaggio preesistente che le cronache medievali (come il Fazello) indicavano più tardi come Casalis Saracenorum. Tale villaggio potrebbe essere la Ibla Elatson o Ibla Elatton (Ibla minore) riportata da Idrisi] che corrisponderebbe alla Ibla Geleate (ibla Gelese) descritta da Tucidide (per Pausania Ibla Gereate, per Stefano Bizantino Ibla Era o Minore).
La città islamica venne ribattezzata Placia o Platsa dai Normanni che la conquistarono e la affidarono agli Aleramici. Re Guglielmo I di Sicilia, per punirla della sua ribellione capeggiata da Ruggero Sclavo, figlio illegittimo dell’aleramico Simone, conte di Policastro, che in pratica aveva trucidato la popolazione araba, la fece incendiare e distruggere nel 1161. Venne dunque ricostruita, nel 1163 più in alto da Guglielmo II sul colle Armerino e ripopolata con genti provenienti dalle aree “longobarde” settentrionali. Scavi recenti, condotti dall’università La Sapienza di Roma hanno messo in luce, nei dintorni della Villa Romana del Casale l’impianto di un villaggio di epoca medievale, presumibilmente riferibile alla città distrutta da Guglielmo il Malo.
Piazza diviene sede di tribunali nel periodo federiciano e nel 1459. Nel 1517 Carlo V la fregia del titolo di Città, chiamandola sovente Opulentissima. In questo periodo Piazza è capitale di una Comarca che riunisce a sé i diversi paesi lombardi, accomunati da un linguaggio e una storia comuni. Dal 1689 fino al 1817 è sede della quarta Università del Regno. Dal 1817 è anche sede di vescovato, mentre ottiene il titolo di Armerina nel 1863. Persa la sua egemonia sul territorio venne accorpata al Vallo di Caltanissetta e dal 1926 passò alla Provincia di Enna.
Villa romana del Casale
La scoperta della Villa Romana, situata in localita Casale a Piazza Armerina, costituisce la più importante scoperta archeologica degli ultimi anni. Il suo immenso valore di documento di storia dell’arte è dovuto principalmente agli oltre 40 pavimenti a mosaico policromo, disposti su una superficie di oltre 3.500 mq., che rappresentano un complesso quale non si trova in nessun altro centro archeologico del mondo romano per numero e grandezza di pavimenti, per importanza di rappresentazioni, per elevatezza artistica.