Catania è una città dalle tante sfaccettature capace di dare al visitatore forti emozioni per alcuni scorci del suo paesaggio urbano. La crescita della città di Catania è legata, nel bene e nel male, al rapporto con l’ Etna: usufruendo
della fertilità, soggiacendo alle colate, piegando la pietra lavica a materiale per costruire le case.
Città di luci ed ombre, dove si alterna il bianco della pietra calcarea col nero del basalto lavico, deve la peculiarità del suo impianto architettonico barocco alle distruzioni provocate dal suo vulcano nel corso del XVII secolo,
che hanno dato la possibilità di riedificare, quasi ex-novo, il nuovo assetto urbano.Il Barocco catanese registra una sua particolarità riscontrabile nella sobrietà, nella linearità, nella omogeneità della fisionomia urbana, pur
presentando a volte guizzi di fantasia e contrasti cromatici.
L’impianto scenografico di luoghi come Piazza Duomo, le strade larghe e dritte, l’impiego coerente della lava e della pietra calcarea, l’uniformità di stile, di decorazioni e di materiali fanno pensare ad un progetto organico che
conferisce unicità al Barocco catanese.
Oggi Catania si presenta come un grande agglomerato urbano, costituito da uno splendido centro storico ( il suo barocco è stato inserito nel Patrimonio dell’ Umanità), ricostruito dopo il terribile terremoto del 1693.
Catania nasce oltre due millenni prima: l’ insediamento storico risale alla più antica colonizzazione greca in Sicilia, quando il calcidesi di Naxos fondarono intorno al 729 a.C. il primo impianto di Katane.
Nel 476 a.C. fu rifondata da Gerone I, tiranno di Siracusa, che ne deportò gli abitanti a Leontinoi (attuale Lentini) popolandola con i coloni Dori e chiamandola Aitna. Assoggettata per tre secoli ai greci, nel 461 i catanesi riconquistarono
la città, ne scacciarono i coloni e le ridiedero il nome originario. Nel 263 a.C. venne conquistata dai romani, il cui dominio imperiale accrebbe notevolmente la città, questo lo testimoniano gli edifici giunti fino ai nostri giorni:
l’ anfiteatro in piazza Stesicoro, il teatro greco-romano e l’ Odeon tra la parte occidentale di via Vittorio Emanuele e via Teatro Greco, i resti del Foro nel cortile S. Pantaleone e i complessi termali della Rotonda, dell’Indirizzo
e le Terme Achilliane.
Il Cristianesimo vi si diffuse rapidamente; tra i suoi martiri, durante le persecuzioni di Decio e di Diocleziano, primeggia Sant’Agata, patrona della città, e Sant’Euplio. Le invasioni barbariche della seconda metà del 535 d.C.,
sconvolsero tutta la Sicilia e, quindi, anche Catania, portando alla decadenza la città. Dei tre secoli della loro dominazione rimangono pochissime tracce. I saraceni la conquistarono nell’ 875, lasciando un’ impronta nella relazione
con le campagne, aprendo nuovi collegamenti (a loro risalgono le “trazzere” che si intrecciano sull’ Etna) e innestando nuove colture.
Ma fu grazie alla conquista dei normanni, guidati da Ruggero d’ Altavilla, che a partire dal 1060 Catania ritornò ad un nuovo splendore. Si iniziarono i lavori per la costruzione della Cattedrale (1078). Purtroppo, nel 1169, un
terremoto devastò la città, contribuendo alla crisi economica registratasi alla fine di tale dominazione, a cui seguì quella sveva. Nel 1239 Federico II di Svevia fece edificare il castello Ursino, completato nel 1250, ai margini
dell’ abitato e in prossimità del mare, pensato come sistema difensivo della costa. Sotto la dinastia aragonese, Catania fu teatro delle traversie avute dalla regina Bianca di Navarra a causa delle mire per la successione al trono
da parte del Gran Giustiziere Bernardo Cabrera, conte di Modica.
Con l’elezione di Ferdinando I come re di Aragona, la Sicilia fu dichiarata provincia del regno aragonese. La vedova regina Bianca fu confermata “vicaria”. La Sicilia, quindi, non fu più un Regno indipendente, ma solo un vicereame,
e tale rimase. I catanesi si consolarono con alcuni privilegi concessi loro dalla regina Bianca.
Con Alfonso il Magnanimo, successore di Ferdinando I, avvenne la fondazione, nel 1434, della prima università siciliana, la Siculorum Gymnasium. Nel 1669 un’ enorme colata lavica sommerse i quartieri occidentali sino a riversarsi
in mare, mentre, nel 1693, un catastrofico terremoto ridusse la città in un cumulo di rovine. Una ricostruzione intelligente ridisegnò Catania con criteri “moderni”, con strade larghe e diritte. Furono demoliti gli edifici rimasti
per metà in piedi e si costruì su strati di macerie, elevando di qualche metro il livello della città e pervenendo a noi così come oggi la conosciamo.
Il Parco dell’Etna
Il Parco dell’Etna si estende per 59.000 ettari in un’ambiente naturale unico: lo straordinario paesaggio che circonda il vulcano attivo più alto d’Europa, è diventato, da giugno 2013, Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Ad affascinare i visitatori sono l’attività vulcanica, l’enogastronomia, i numerosi percorsi naturalistici, boschi straordinari dove poter avvistare numerose specie di uccelli. Nell’area sommitale, a 3.340 m s.l.m, si trovano i quattro crateri principali raggiungibili in due modi: recarsi presso il luogo di raduno, la “baita delle guide”, a 1.900 m s.l.m. a Nicolosi nord (Etna Sud) da dove si sarà accompagnati da guide autorizzate; salire con i mezzi della funivia sino ai 2.900 m s.l.m. (Torre del Filosofo).