ìIl turista che lascia Siracusa, la città millenaria, e si avvia verso ovest seguendo il corso del fiume Anapo, può agevolmente avvicinarsi a Cassaro una cittadina ridente, adagiata tra tanta vetusta corona;
Il fiume Anapo è il compagno inseparabile per più di 30km, molto calmo, solo in inverno relativamente impetuoso e straripante, e che a volte ama celarsi per chilometri sotto terra per riapparire come un Dio marino.
Le prime notizie storiche intorno al nostro comune sono del periodo arabo (821-1085).
L’origine di Cassaro è antichissima. Con l’autorità di antichissimi storici, tra cui il Fazello, Cluverio, Hophmannus, Malfa, Amico e altri storici siciliani è molto dibattuta la questione del nome; da un analisi prettamente storica si evince che Cassaro sia l’antica “Cacyrum” che si trovava a 29 km ad ovest di Siracusa. Nelle immediate vicinanze di Cassaro si trovano delle tombe molto antiche a cui fa riferimento anche lo storico Fazello, ed altri monumenti che danno adito a pensare che questa zona sia stata abitata. Queste tombe che si trovano nella contrada S. Ranieri uscendo dal rione San Antonio, situato nella parte più eminente dell’odierno centro abitato, sono la testimonianza della presenza di un villaggio preistorico abitato dai Siculi.
Durante il periodo arabo venne chiamata “Kasr” per via del castello che ivi esisteva, oggi ne sono ancora visibili le rovine e le opere sopravvisute ai due terremoti del 1542 e del 1693. Diversi storici descrivono che Cassaro fu dominata dai re normanni (1085), ed in seguito vi furono numerosi baroni tra cui Francesco Alcassar e Giovanni di Cassaro.
Intorno al 1300 gli abitanti del Castello superarono il centinaio e così fu necessario costruire alcuni caseggiati vicino al castello facendogli assumere, intorno al XVI sec. la fisionomia di borgo. Nel 1693, a causa di una violenta scossa di terremoto, il castello e le abitazioni presenti andarono in rovina e cosi, con le stesse pietre, i superstiti costruirono delle nuove abitazioni nel sito dove sorge l’odierno centro abitato di Cassaro.
Chiara e ferma rimane l’etimologia di Cassaro dall’arabo Kasr, corrispondente al Castrum latino, detto poi Castrellum ed infine Castellum, infatti in Sicilia sono diversi i luoghi che portano la denominazione di Cassaro, oltre il celebre Cassaro di Palermo, anche Enna fù chiamata dagli arabi Kars-Jan onde Castrogiovanni.
La ciaccarata
La festa di Sant’Antonio è particolarmente sentita, essendo il Santo molto venerato dai cassaresi, in quanto protettore degli animali e del fuoco. Momento particolarmente atteso è il «Cialibru», vendita all’asta dei doni che i fedeli offrono al santo. Grande coinvolgimento da parte dei cassaresi nel donare a Sant’Antonio Abate conigli, galletti, maialini, agnelli, arance, vino, olio, noci e quant’altro la terra produce. Momenti di grande suggestione sono la “Benedizione degli animali”, rito legato alla cultura contadina, e «A Ciaccarata», la corsa di fiaccole che si svolge durante la processione del santo lungo le vie del paese. Il giorno 17 gennaio alle ore 05.00 sparo di ventuno colpi a cannone danno inizio alla festa solenne, nel primo pomeriggio “U CIALIBRU”, nel pomeriggio Benedizione degli animali, al termine giro del paese del “Gruppo Tamburi di Cassaro”. A Seguire Santa Messa solenne, a seguire “Uscita” trionfale di Sant’Antonio Abate portato a spalla per le vie del paese dai giovani, accompagnati dalla tradizionale “CIACCARIATA”. Al seguire tradizionale vendita dei doni “Cialibru”.